La mia vita professionale si è sviluppata interamente attorno al dato. In Sun, agli inizi degli anni ’90, ci occupavamo di processarlo, nei vent’anni trascorsi in Cisco di trasportarlo, e, più di recente, in Yoroi, di metterlo in sicurezza.
“Se ti invitano a parlare a un evento, ascolta anche chi parla prima e dopo di te” (cosi’ ho incontrato Ammagamma)
Terminata l’esperienza di Yoroi, guardavo con attenzione e curiosità al mondo dell’Intelligenza artificiale, naturale sviluppo verso la patrimonializzazione del dato, l’estrazione del valore.
Se è vero come molti sostengono che i dati sono “il nuovo petrolio”, sono sempre stato convinto che il valore più grande non risieda tanto nell’estrazione o nel trasporto, bensì nel processo di raffinazione.
Iniziai dunque a leggere il più possibile, andare alla ricerca di panel sull’argomento, partecipare a eventi istituzionali e di settore, visitare diverse startup e confrontarmi con alcuni vendor.
Tuttavia nulla di ciò che ho incontrato riuscì a soddisfarmi pienamente. Anzi, mi sembrava tutto scontato, una visone del futuro della quale faticavo a sentire di volerne fare parte e di esserne interprete.
Immagini ripetitive, sempre uguali: umanoidi e robot, e l’immancabile slide con la mano umana che incontra quella robotica, forse nata con l’idea di creare una rappresentazione moderna delle mani di Michelangelo nella “Creazione di Adamo”…
Le parole, per quanto possibile, risultavano ancora più fredde e vuote: “Cognitive” – “Artificial Humanity “- “Hybrid”. Storie e parole che più che avvicinare allontanano, aumentano l’asimmetria informativa, riducono ancor di più il lato umano e l’empatia.
Nell'autunno del 2018 però, finalmente e quasi per caso, la mia storia con i dati si sarebbe arricchita di nuova luce.
Ero stato invitato a parlare a un convegno e in questi casi seguo da tempo una regola ferrea: “Se ti invitano a parlare a un evento, ascolta anche chi parla prima e dopo di te”.
E’ una regola alla quale cerco di non sottrarmi mai, una di quelle scolpite nella pietra. Penso si tratti innanzitutto di buona educazione e di rispetto nei confronti degli organizzatori; anche per chi è abituato a parlare spesso e a platee importanti, è bene ricordare che anche se per te è un “evento”, per chi organizza è sempre “l’evento”.
Oltre questo c’è una questione di valore e di opportunità: ogni persona, ogni intervento, può sempre offrire qualche spunto interessante, una contaminazione di cui tutti abbiamo continuamente bisogno.
Per inciso invece, trovo davvero sgarbato l’atteggiamento di coloro che arrivano all’evento qualche minuto prima di parlare e poi scappano subito via come “ celebrità”, a volte arrivano anche in ritardo, obbligando l’ospite e gli altri relatori ad un forzato cambiamento di programma.
Ad ogni modo, fu questa regola ad aprire e arricchire la mia esperienza con i dati.
Torniamo a quel lontano autunno del 2018, Venerdi’ pomeriggio sono quasi le 17:00, in agenda e’ previsto un intervento su Intelligenza Artificiale, penso che forse e’ arrivato il momento di tornare verso casa e risparmiarmi l’ennesima rappresentazione di robot, umanoidi e assistenti vocali, ma decido invece di restare e anche in questa occasione di essere fedele alla mia regola.
Sale sul palco Fabio Ferrari di EnergyWay ( oggi Ammagamma) , azienda modenese di cui non avevo mai neanche sentito parlare. In venti minuti ribalta completamente lo scenario.
Le sue slide non avevano immagini monotone e retoriche ma erano “quadri di dati”, parla di algebra, di logica e di statistica, parla dell’uomo come interprete imperfetto usa espressioni come “ fragilità della matematica” e “ razionalità sensibile” fino ad arrivare alle “correlazioni deboli” , ho provato una forte emozione.
Rimasi colpito, avevo trovato qualcuno che davvero cercava di ridurre le distanze, l’asimmetria informativa, di portare anche neofiti o i non tecnici “sulla stessa pagina”.
Le Correlazioni deboli
Le correlazioni deboli sono le relazioni più flebili tra le variabili che influenzano un fenomeno di difficile lettura e interpretazione. La nostra mente non è in grado di coglierle, a differenza delle correlazioni forti, ma dotandosi di un modello matematico è possibile individuarle.
I modelli quantitativi, l’intelligenza artificiale, gli algoritmi sono sistemi capaci di individuare tutte le correlazioni possibili - forti e deboli - e di portarle alla nostra attenzione, aiutandoci a seguirne la trama e a interpretarne il significato. A noi, non resta che avere un po’ di pazienza e di curiosità per seguire queste correlazioni e capire dove possono condurci, cosa possono raccontarci.
La mappa delle correlazioni ( quadro di dati) di Ammagamma, rappresenta, per noi e per i nostri clienti, una vera e propria bussola e una lente di ingrandimento: una bussola in grado di orientarci verso specifiche destinazioni, guidandoci nei labirinti della complessità, e una lente perché mostra con chiarezza i tratti di unicità dei fenomeni che ci circondano, aiutandoci a osservarli con ammirazione e con cura.
Cosi’ è iniziata la mia storia in Ammagamma...
“Correlazioni deboli” e’ un marchio registrato di Ammagamma.
“ il quadro dei dati ” e’ un disegno grafico registrato da Ammagamma